1° domenica di Quaresima
Testo del Vangelo di Marco :
Subito dopo lo Spirito lo sospinse (ekbàllei) energicamente nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu consegnato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e dicendo: "Il tempo (kairòs) è compiuto (lett. è stato riempito) e il regno di Dio si è avvicinato; convertitevi (lett. cambiate mentalità) e credete (lett. affidatevi) al vangelo"
Commento (sintesi di Comunità Kairos, Lasconi, Curtaz, Pedron, Ronchi…)
Con il battesimo Gesù è stato riconosciuto Figlio prediletto del Padre. La missione può iniziare, ma lo aspetta prima un periodo di lotta spirituale, il deserto (simbolo, nel Vecchio Testamento, di luogo di lotta, povertà, discernimento, prova; luogo dove Israele ha vissuto solitudine, abbandono, speranza , grazia, mormorazione e contestazione. Deserto in cui Dio chiamava alla fiducia, dimostrando di meritarla).
Marco precisa che “subito” Gesù è scacciato (lo stesso verbo usato per i demoni), buttato nel deserto dallo Spirito Santo ! Gesù deve superare ciò che gli Israeliti non hanno superato; faccia a faccia con satana, l’avversario, il nemico, lo affronterà proprio lì, nel deserto. Marco non parla di 3 “prove” ma di un periodo in cui la tentazione convive con Gesù.
Gesù, santo, si è collocato tra i peccatori, ad indicare la profonda vicinanza con l’uomo; ne condivide la creaturalità. Nel deserto affiorano idoli, paure, fragilità, bisogno di salvezza. Gesù indica il percorso; nel deserto, ha ripercorso tutta la vita dell’uomo: male, peccato, debolezza, sconforto. Attraversa il male, non abolendolo, ma trasfigurandolo. Vince la tentazione, le fiere non lo attaccano e gli angeli lo servono. Il deserto non fa più paura, la creazione è riconciliata, Dio è vicino e gli angeli sono al servizio dell’uomo.
Gesù può cominciare la sua missione e portare una bella gioiosa notizia ! Il tempo da noi vissuto non è più kronos (tempo vuoto, senza prospettive e senza senso); è ora kairòs, cioè tempo di grazia e di misericordia, perché si è “riempito” della presenza del Dio con noi. Avete sinora pensato di essere abbandonati, soli, fragili, ignorati da Dio. NO ! Ritornate quindi, sui vostri passi e pensieri, tornate al tempo in cui avevate fiducia in Dio. Da qui l’invito alla metànoia, ad un cambiamento di orizzonte. La salvezza è gratuita, ma ci vuole attivi. Il nuovo orizzonte in cui muoversi è il Vangelo, le parole e i gesti che Gesù compirà. Affidatevi a questa parola, al Verbo e potremo attraversare il deserto, avendo come compagno chi quel deserto ha attraversato, mantenendo sempre il cuore in ascolto del Padre.
Convertitevi! Non è imperativo, perché reca un invito, porta una preghiera. Cambiate strada: non è una richiesta a cui obbedire, ma offerta di un'opportunità. E’ come se Gesù dicesse : Ti indico la via per le sorgenti; di qua il cielo è più vicino, di qua è la casa della pace, e il volto di Dio è luminoso, e l'uomo un amico. Convèrtiti, non suona come un'ingiunzione. Hai davanti a te la vita, non perderla. Fidati di una buona notizia. Non fidarti della forza, dell'intelligenza, del denaro.
E allora farò mie le parole di Giovanni : noi, uomini di Cristo, abbiamo creduto all'amore.
«Nel deserto un uomo sa quanto vale» (Saint-Exupéry), sa quanto valgono cioè i suoi ideali. Nel deserto Gesù compirà delle scelte : quale volto di Dio annunciare ? non di un Dio padrone, ma quello di servo e di crocifisso.
Gesù diceva: è finita l'attesa; un mondo nuovo è possibile, il nuovo progetto di Dio è qui, convertitevi.
Convertitevi : non si tratta di una ripulitina, di un colpetto di spazzola, ma di una radiografia attenta.
Credete al Vangelo : non si riferisce al libro (che non esisteva !) e nemmeno alle parole di Gesù (non erano state dette !) ma al rapporto con Dio. Noi tendiamo a credere a noi, alle nostre esperienze. A Dio siamo abituati a chiedere di realizzare i nostri progetti, di darci una mano per adorare altri dèi (soldi, salute, carriera, fami-glia, ecc.) Convertitevi, cambiate. Diamo uno sguardo attento a noi stessi, facciamoci la radiografia : per cosa ci diamo da fare ? per cosa ci agitiamo ? per cosa riempiamo le nostre giornate ? per cosa viviamo ?
Con Gesù nel deserto per 40 giorni per verificare la rotta della vita e riprogrammare il cammino dietro a Lui. Convertitevi : condividete la scelta di Gesù. Con promesse battesimali il cristiano si impegna a respingere le tentazioni del benessere, del successo, del dominio. Non una piccola serie di propositi piccoli piccoli. Non si tratta di un'aggiustatina. Ma un ri-orientamento deciso. Verso dove? Basta chiederci : che cosa mi manca?, che cosa mi preoccupa?, per che cosa mi agito?, che cosa riempie la mia vita? Scopriremo così i nostri idoli: i soldi, il benessere, l’immagine, la carriera, il potere, insomma il nostro io possessivo, rampante, aggressivo.
Dove, come ? Nel deserto per ascoltare, scoprire il silenzio e la calma, semplificarci e dare una gerarchia sensata ai nostri impegni. Nel deserto per gustare e saziarci della Parola di Dio. Deserto per (ri)scegliere Gesù. Questo nostro mondo fugge il deserto, teme la solitudine, non sa che esiste un deserto pieno di Dio. Lo Spirito ci spinge nel deserto, quando la nostra vita di credenti scricchiola. Perché abbiamo difficoltà a fare un bel ritiro ? Ad es. quando una coppia entra in crisi, si va dall’avvocato o dallo psicologo. Perché non rimettersi dinanzi a Dio ?
Tentato. Marco non riferisce il contenuto delle tentazioni, ma mostra contesti in cui si intravede il Tentatore all’opera: dietro la folla, i discepoli, Pietro. Mira a sedurre con il miraggio del successo facile e con le lusinghiere attese dell’ambiente. Pietro invita a percorrere la strada di un messianismo spettacolare. Gesù si incammina verso Gerusalemme, non per conquistare il potere, ma per morire sulla croce. Pietro si oppone, ma Gesù risponde: “Vattene via da me, satana!”. La tentazione diventa l’occasione per confermare la scelta fatta con il battesimo al Giordano, messianismo basato sul servizio e sul dono di sé.
La Chiesa ha detto da sempre 3 parole : preghiera, digiuno, elemosina.
Preghiera. Per ritrovarci con Dio, riconoscerne la presenza e l’azione, trovare spazi quotidiani di deserto. Gli strumenti ? Messa feriale, spegnere il cellulare, aprire la Bibbia per provare a leggere bei brani di Vangelo, riflessione. Dieci minuti, con calma, prendere una posizione che aiuti la concentrazione, staccare il telefono. Leggere con calma, assaporando, lasciando scendere nel cuore, senza fretta.
Digiuno. Tagliare, ridurre, semplificare. E scoprirò che il mio egoismo non mi nutre.
Attenzione! digiunando dico dei “no”, ma per dire dei “sì”. Meno televisione per andare a trovare la vecchietta del piano di sopra. Meno sigarette per fare una passeggiata con mia moglie. Meno computer per aiutare i genitori nelle faccende di casa. Meno play-station per ascoltare il nonno. Meno dolci o sfizi per aiutare un povero. Meno pettegolezzi per provare a guardare gli altri così come li guarda Dio. Spegnere la TV per giocare con mio figlio, rinunciare al filetto per aiutare un povero, digiunare dal pettegolezzo per guardare agli altri con lo sguardo di Dio.
Elemosina. la fede deve cambiare anche le mani. Non dare solo un euro al poveretto, al lavavetri, o dare quello che avanza, privarci di qualcosa per donare. Si può accompagnare il vicino di casa a fare la spesa, andare a trovare un anziano ammalato, telefonare alla zia che si sente sempre sola.
Una preghiera
Pietà di me, Signore Gesù, sedotto dalla facilità e superficialità, dai risultati immediati; pietà di me, sedotto dal culto della mia immagine, dalle apparenze.
Pietà per quelle volte che mi sono idolatrato, con l'illusione di stare in alto e guardare con superiorità, con la presunzione di conoscere, scrutare, giudicare sapientemente e servire adeguatamente gli altri.
Pietà di me quando in nome dell'autostima, per il bisogno d'identità ho portato avanti i miei progetti per il raggiungimento del potere.
Pietà dei miei sogni pieni di gloria.
Una bella esortazione di Averardo DINI
Dove passi, lascia delle impronte, quelle di Cristo. Gli altri sentano il buon odore di Cristo.
lunedì 2 marzo 2009
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Grazie, Padre Giuseppe, per questo ulteriore spazio di incontro che offre a tutti noi, desiderosi di comprendere la Parola per cambiare le nostre testarde abitudini e affidarci al Vangelo.
RispondiEliminaVita, Titì e Lulù