Mio Dio, fattosi bambino
per dirci che non sai aggredire,
che attendi amore
e vuoi creare in questo nostro mondo
un clima d’amore,
facci capire che non c’è futuro
se non diventare come te.
Diventare come Te… Che sia un sogno, un orizzonte, un cielo, una spina, un post-it, una nostalgia…. impegno, …
Dio , facendoti carne,
hai voluto come tuoi vertici
una mangiatoia ed una croce…
E noi ambiamo e sogniamo altro…
La grandezza di un uomo dipende da chi lo abita.
Tu, Dio, bussi da me perché brami di abitare in me!!
Mi sono fatto stupidamente un monolocale…
Ogni neonato non sopravvive se non è amato.
E Tu hai scelto di essere bambino ! E ti sei messo nelle nostre mani come se fossero amorevoli…
Ermes Ronchi mi ha comunicato alcune inquietudini.
Li affido a te come i miei A U G U R I
Giuseppe Impastato S.I.
Ci è dato un Bambino
per portarci la luce
e alla Luce
N a t a l e 2011
Giuseppe Impastato S.I.
giovedì 22 dicembre 2011
N A T A L E, SI ACCENDE UNA GRANDE LUCE
“Ciascun credente è un Cristo iniziale e incompiuto” (Ermes Ronchi)
“Io non sono / ancora e mai / il Cristo / ma io sono questa / infinita possibilità”.
(Davide M. Turoldo)
La nascita di Dio fatto carne è una provocazione
è una sfida è un invito è un farsi vicino all’uomo,
perché finalmente il sogno dell’uomo si possa realizzare : crescere smisuratamente, diventare come Dio !
Prima l’uomo non conosceva la strada : nella sua illusione ne aveva tentate (e ancora tenta di percorrerne) tante, per realizzare finalmente la grande scalata al vertice supremo, alla felicità assicurata, alla pienezza della autorealizzazione.
Con il Natale è Dio stesso a scendere sulla strada e a suggerire il percorso. E ha indicato proprio quel cammino che l’uomo aveva rifiutato e continua ad escludere.
Perché l’uomo ha sempre pensato che la strada fosse dal basso verso l’alto, dalla piccolezza alla grandezza, dalla povertà alla ricchezza, dalla sottomissione alla potenza, dal dover subire alla prepotenza, dall’oscurità alla notorietà, dalla miseria al lusso, dal non contare alla riconoscibilità e al prestigio, dall’essere inerme alla violenza, dal dover subire all’oppressione, dalla dipendenza all’autonomia, dallo schiacciamento alla potenza, dal nascondimento forzato alla fama e all’esibizionismo….
Ed ecco l’uomo proiettato verso le conquiste per evadere da quel le strettoie e da quei vicoletti in cui si è cacciato e dove è stato costretto a vivere. L’uomo si lancia nella ricerca spasmodica di conti in banca, record mondiali, oggetti che sono o si vogliono far diventare status symbol , premi Oscar, premi Nobel, recensioni, riconoscimenti negli articoli su riviste e giornali, citazioni nelle riviste scientifiche, entrare nei raggiungere record mondiali , guinness dei primati, ecc. ecc. Da travet a star internazionali, ecc.
Finito il tempo delle illusioni, è tempo di guardare una grotta, a Betlehem . Sognavamo di uscire dalla morsa della massa, di passare dalla insignificanza all’indispensabilità, dal tran tran alla grande festa,
dalla periferia alla metropoli.
La storia conosce una marea di illusioni e di delusioni. Appena si pensa di aver raggiunto il traguardo, si fa bruciante la consapevolezza di avere in mano un pugno di mosche. Ed ecco l’uomo costretto alla fatica di Sisifo. E si ricomincia individuando altre strade, costruendo altri progetti, imbarcandosi in altre avventure, afferrandosi ad altre illusioni.
E l’umanità ha pagato gli enormi e ripetuti errori. A Natale sentiamo parlare di Gesù. A chi l’ha accettato ha dato la possibilità di diventare figlio di Dio.
Figlio di Dio ! Toh ! Ma non volevamo la stessa cosa ?
Ora sì che si apre uno spiraglio di cielo, e viene illuminato un traguardo, e appare concretamente alla nostra portata il sogno irraggiungibile….
L’Eterno si è immerso nel tempo,
l’Infinito si è chiuso nello spazio,
l’Onnisciente è diventato un bambino che apprende,
il Signore un suddito,
il Creatore dei mondi un bisognoso di cibo, di calore, di amore….
Accènditi, accogli, incamminati. Sii tu dono, regalo, albero, luce, famiglia, festa, cibo
Giuseppe Impastato S.I.
“Io non sono / ancora e mai / il Cristo / ma io sono questa / infinita possibilità”.
(Davide M. Turoldo)
La nascita di Dio fatto carne è una provocazione
è una sfida è un invito è un farsi vicino all’uomo,
perché finalmente il sogno dell’uomo si possa realizzare : crescere smisuratamente, diventare come Dio !
Prima l’uomo non conosceva la strada : nella sua illusione ne aveva tentate (e ancora tenta di percorrerne) tante, per realizzare finalmente la grande scalata al vertice supremo, alla felicità assicurata, alla pienezza della autorealizzazione.
Con il Natale è Dio stesso a scendere sulla strada e a suggerire il percorso. E ha indicato proprio quel cammino che l’uomo aveva rifiutato e continua ad escludere.
Perché l’uomo ha sempre pensato che la strada fosse dal basso verso l’alto, dalla piccolezza alla grandezza, dalla povertà alla ricchezza, dalla sottomissione alla potenza, dal dover subire alla prepotenza, dall’oscurità alla notorietà, dalla miseria al lusso, dal non contare alla riconoscibilità e al prestigio, dall’essere inerme alla violenza, dal dover subire all’oppressione, dalla dipendenza all’autonomia, dallo schiacciamento alla potenza, dal nascondimento forzato alla fama e all’esibizionismo….
Ed ecco l’uomo proiettato verso le conquiste per evadere da quel le strettoie e da quei vicoletti in cui si è cacciato e dove è stato costretto a vivere. L’uomo si lancia nella ricerca spasmodica di conti in banca, record mondiali, oggetti che sono o si vogliono far diventare status symbol , premi Oscar, premi Nobel, recensioni, riconoscimenti negli articoli su riviste e giornali, citazioni nelle riviste scientifiche, entrare nei raggiungere record mondiali , guinness dei primati, ecc. ecc. Da travet a star internazionali, ecc.
Finito il tempo delle illusioni, è tempo di guardare una grotta, a Betlehem . Sognavamo di uscire dalla morsa della massa, di passare dalla insignificanza all’indispensabilità, dal tran tran alla grande festa,
dalla periferia alla metropoli.
La storia conosce una marea di illusioni e di delusioni. Appena si pensa di aver raggiunto il traguardo, si fa bruciante la consapevolezza di avere in mano un pugno di mosche. Ed ecco l’uomo costretto alla fatica di Sisifo. E si ricomincia individuando altre strade, costruendo altri progetti, imbarcandosi in altre avventure, afferrandosi ad altre illusioni.
E l’umanità ha pagato gli enormi e ripetuti errori. A Natale sentiamo parlare di Gesù. A chi l’ha accettato ha dato la possibilità di diventare figlio di Dio.
Figlio di Dio ! Toh ! Ma non volevamo la stessa cosa ?
Ora sì che si apre uno spiraglio di cielo, e viene illuminato un traguardo, e appare concretamente alla nostra portata il sogno irraggiungibile….
L’Eterno si è immerso nel tempo,
l’Infinito si è chiuso nello spazio,
l’Onnisciente è diventato un bambino che apprende,
il Signore un suddito,
il Creatore dei mondi un bisognoso di cibo, di calore, di amore….
Accènditi, accogli, incamminati. Sii tu dono, regalo, albero, luce, famiglia, festa, cibo
Giuseppe Impastato S.I.
mostra di PRESEPI
Dal 13 dicembre è in corso una mostra di presepi costruiti da bambini. Sono stati selezionati 12 presepi.
Organizza la Itiner'ars
E' possibile dare un voto
Organizza la Itiner'ars
E' possibile dare un voto
CONCERTI NATALIZI
23 dicembre ore 17.30 - Concerto di voci bianche. Gruppo MUSICA PALERMO
27 dicembre ore 21 - Concerto vocale-strumentale per sostenere l'opera di Biagio Conte. Organizza il Cricolo ricreativo della Sanpaolo IMI
30 dicembre ore 19 - concerto. Musiche di Leopold Mozart
27 dicembre ore 21 - Concerto vocale-strumentale per sostenere l'opera di Biagio Conte. Organizza il Cricolo ricreativo della Sanpaolo IMI
30 dicembre ore 19 - concerto. Musiche di Leopold Mozart
NATALE 2011
24 DICEMBRE
ore 22 - apertura della chiesa
ore 23 - veglia natalizia (drammatizzazioni - video - interventi...) ORIGINALE !
ore 24 - MESSA DI MEZZANOTTE, con processione, canti... Per la celebrazione la parrocchia di S.Nicolò di Bari si sposta a Casa Professa. Ci saranno anche ghanesi che cantano e danzano.
ore 22 - apertura della chiesa
ore 23 - veglia natalizia (drammatizzazioni - video - interventi...) ORIGINALE !
ore 24 - MESSA DI MEZZANOTTE, con processione, canti... Per la celebrazione la parrocchia di S.Nicolò di Bari si sposta a Casa Professa. Ci saranno anche ghanesi che cantano e danzano.
martedì 8 marzo 2011
MARZO 2011
4-12 ore 18 : NOVENA DELLA GRAZIA DI S.FRANCESCO SAVERIO. Quest'anno predica il p. Franco Beneduce, rettore del CEI (ex collegio Gonzaga e ed ex Ancelle). Dopo la comunione, ogni giorno viene presentata qualcuna delle attività dei Gesuiti in Sicilia e altre attività ispirate dal grande Missionario.
venerdì 18 ore 18 - Celebrazione penitenziale
venerdì 25 ore 18 - Una VIA CRUCIS diversa dal solito.
4-12 ore 18 : NOVENA DELLA GRAZIA DI S.FRANCESCO SAVERIO. Quest'anno predica il p. Franco Beneduce, rettore del CEI (ex collegio Gonzaga e ed ex Ancelle). Dopo la comunione, ogni giorno viene presentata qualcuna delle attività dei Gesuiti in Sicilia e altre attività ispirate dal grande Missionario.
venerdì 18 ore 18 - Celebrazione penitenziale
venerdì 25 ore 18 - Una VIA CRUCIS diversa dal solito.
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attività e celebrazioni
lunedì 2 marzo 2009
La chiesa Casa Professa riapre
RIAPRENDO LA CHIESA DEL GESU’ DI CASA PROFESSA di Giuseppe Impastato S.I.**
* Una chiesa. Per sentirci chiamati, riunirci e riconoscerci figli e fratelli, sentirci tutti a proprio agio.
* Una chiesa ampia per sperimentare la dimensione della grandezza, per sentir vibrare in noi
l’infinito. “Lo spazio sacro è importante perché l’uomo è una creatura spaziale. L’incarnazione di Dio passa anche attraverso questa categoria della nostra esperienza. Il tempio è uno dei luoghi dell’incontro tra l’infinito e l’uomo che è fasciato dallo spazio”. (Ravasi)
* Una chiesa bella, da ammirare per dirci che quello che Dio ha preparato per noi è bello.
* Una chiesa dei secoli scorsi, per ascoltare il messaggio di gioia delle generazioni passate. Ce lo dicono i putti che giocano, si divertono, si rincorrono, sorridono. Ce lo dicono le forze del male spintonate fuori.
* Una chiesa barocca, ricca di cappelle, di marmi e di colori, di luci, come una grande tavola imbandita.
Una chiesa luminosa, che invita a osservare, gustare, meditare, capire, gioire, sfavillare. Una chiesa scuola, che offre un insegnamento profondo e carico di mistero.
* Una chiesa grande, che ci fa sentire realtà piccole e insieme grandi, perché chiamati alla statura di Cristo. Ti trovi in una chiesa da cui non ti senti respinto, ma attratto. In una chiesa in cui non ti senti schiacciato, rimpicciolito, annichilito, ma nobilitato.
* Una chiesa costruita da padri e fratelli della Compagnia di Gesù, da amici nel Signore, che vi hanno seminato tracce del percorso degli Esercizi Spirituali. Se ti associ al loro cammino, potrai scoprire la chiamata personale fatta da Gesù a seguirlo, imitarlo, farti discepolo, consapevole di essere inviato.
* Una chiesa casa di Dio per adorare, per discernere, per espandere la nostra vita, i nostri pensieri, il nostro cuore. Una chiesa che fa venire la voglia di cantare in un grande coro di figli riconoscenti.
* Una chiesa restaurata, riportata allo splendore, restituita all’umanità, in particolare ai cittadini di Palermo, agli appassionati del bello, perché sia amata, apprezzata, custodita, strumento di scoperta e di elevazione.
Casa Professa restaurata ci dice che ci sono meraviglie e colori, che il tempo maschera e nasconde. E’ un invito a scoprire,ad amare quello che i nostri padri ci hanno lasciato, a sentirci parte di una storia. E quindi un grazie enorme va alle maestranze che vi hanno lavorato, con amore, interesse, passione, facendo sì che riscopriamo la bellezza.
** Una chiesa riaffidata alla Compagnia di Gesù. E’ giusto ringraziare tutti coloro che in tantissimi modi hanno promosso, progettato, realizzato il restauro che ci fa guardare la chiesa con sorpresa, stupore e ammirazione.
Ma a noi gesuiti non interessa soltanto quello che è architettura e arte, volumi e spazio, archi e colonne, cappelle e decorazioni, statue e affreschi, paliotti e marmi mischi, ecc.
Noi gesuiti non vogliamo tanto essere custodi di un tempio-museo da ammirare, quanto promotori di umanità e spiritualità. Per questo vorremmo trasformare visitatori e turisti in uomini e donne gioiosi per essere tempio in cui vive e opera Dio.
Ho detto ‘vorremmo’ perché anche noi abbiamo un sogno.
Noi sogniamo che ogni visitatore si senta di essere una delle pietre vive, di cui parla S. Pietro. Noi sogniamo che i turisti non restino tanto incantati dalla bellezza, quanto di essere investiti dal desiderio di essere interiormente belli, meglio e più di pietre, marmi ed affreschi.
Noi sogniamo che questa grande chiesa faccia venire la nostalgia di realizzare il divino che c’è in noi. Che la musica spinga a cantare per divenire inno di lode al Dio invisibile resosi visibile.
Noi sogniamo infine che chiunque visiti questa chiesa pensi : se l’uomo è capace di creare cose tanto belle, ascolti il suo cuore, abbia nostalgia e si decida ad essere una realtà grande di animo, luminosa nelle opere…
** responsabile della chiesa
* Una chiesa. Per sentirci chiamati, riunirci e riconoscerci figli e fratelli, sentirci tutti a proprio agio.
* Una chiesa ampia per sperimentare la dimensione della grandezza, per sentir vibrare in noi
l’infinito. “Lo spazio sacro è importante perché l’uomo è una creatura spaziale. L’incarnazione di Dio passa anche attraverso questa categoria della nostra esperienza. Il tempio è uno dei luoghi dell’incontro tra l’infinito e l’uomo che è fasciato dallo spazio”. (Ravasi)
* Una chiesa bella, da ammirare per dirci che quello che Dio ha preparato per noi è bello.
* Una chiesa dei secoli scorsi, per ascoltare il messaggio di gioia delle generazioni passate. Ce lo dicono i putti che giocano, si divertono, si rincorrono, sorridono. Ce lo dicono le forze del male spintonate fuori.
* Una chiesa barocca, ricca di cappelle, di marmi e di colori, di luci, come una grande tavola imbandita.
Una chiesa luminosa, che invita a osservare, gustare, meditare, capire, gioire, sfavillare. Una chiesa scuola, che offre un insegnamento profondo e carico di mistero.
* Una chiesa grande, che ci fa sentire realtà piccole e insieme grandi, perché chiamati alla statura di Cristo. Ti trovi in una chiesa da cui non ti senti respinto, ma attratto. In una chiesa in cui non ti senti schiacciato, rimpicciolito, annichilito, ma nobilitato.
* Una chiesa costruita da padri e fratelli della Compagnia di Gesù, da amici nel Signore, che vi hanno seminato tracce del percorso degli Esercizi Spirituali. Se ti associ al loro cammino, potrai scoprire la chiamata personale fatta da Gesù a seguirlo, imitarlo, farti discepolo, consapevole di essere inviato.
* Una chiesa casa di Dio per adorare, per discernere, per espandere la nostra vita, i nostri pensieri, il nostro cuore. Una chiesa che fa venire la voglia di cantare in un grande coro di figli riconoscenti.
* Una chiesa restaurata, riportata allo splendore, restituita all’umanità, in particolare ai cittadini di Palermo, agli appassionati del bello, perché sia amata, apprezzata, custodita, strumento di scoperta e di elevazione.
Casa Professa restaurata ci dice che ci sono meraviglie e colori, che il tempo maschera e nasconde. E’ un invito a scoprire,ad amare quello che i nostri padri ci hanno lasciato, a sentirci parte di una storia. E quindi un grazie enorme va alle maestranze che vi hanno lavorato, con amore, interesse, passione, facendo sì che riscopriamo la bellezza.
** Una chiesa riaffidata alla Compagnia di Gesù. E’ giusto ringraziare tutti coloro che in tantissimi modi hanno promosso, progettato, realizzato il restauro che ci fa guardare la chiesa con sorpresa, stupore e ammirazione.
Ma a noi gesuiti non interessa soltanto quello che è architettura e arte, volumi e spazio, archi e colonne, cappelle e decorazioni, statue e affreschi, paliotti e marmi mischi, ecc.
Noi gesuiti non vogliamo tanto essere custodi di un tempio-museo da ammirare, quanto promotori di umanità e spiritualità. Per questo vorremmo trasformare visitatori e turisti in uomini e donne gioiosi per essere tempio in cui vive e opera Dio.
Ho detto ‘vorremmo’ perché anche noi abbiamo un sogno.
Noi sogniamo che ogni visitatore si senta di essere una delle pietre vive, di cui parla S. Pietro. Noi sogniamo che i turisti non restino tanto incantati dalla bellezza, quanto di essere investiti dal desiderio di essere interiormente belli, meglio e più di pietre, marmi ed affreschi.
Noi sogniamo che questa grande chiesa faccia venire la nostalgia di realizzare il divino che c’è in noi. Che la musica spinga a cantare per divenire inno di lode al Dio invisibile resosi visibile.
Noi sogniamo infine che chiunque visiti questa chiesa pensi : se l’uomo è capace di creare cose tanto belle, ascolti il suo cuore, abbia nostalgia e si decida ad essere una realtà grande di animo, luminosa nelle opere…
** responsabile della chiesa
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